Stereotipi parlanti, ammiccanti, indefinibili a parole.
Mi raccomando, rari, ricercati e soprattutto popolari, ma non troppo.
Volgari, pacchiani, meglio ancora se kitsch ma mai di cattivo gusto.
Stereotipi che ti guardano dal quadratino della foto profilo alla tua sinistra e ti dicono sono diverso, sono qualcosa che non si sa bene cosa, ma io lo so fare, io lo sono.
Seguono: commenti ironici di amici degli amici, botta-risposta sempre semi-seri, mai troppo sfacciatamente scherzosi, mai troppo seriamente seri. Li capisci, segui il filo? Allora lo sai fare, lo sei anche tu.
Stereotipi parlanti ma indecifrabili. Concettuali, dicono. Pieno di concetti o pieno di niente? Ma il niente forse è il più grande concetto tra tutti.
Stereotipi, quindi, stra colmi di niente che ti fanno postare, ti fanno fotografare, ti fanno vestire, ti fanno parlare, ti fanno ascoltare e ti fanno stare al mondo.
Social-media: una grande elucubrazione di masturbazioni mentali del nostro ego pornografico.
